"Finché il caffè è caldo" - Toshikazu Kawaguchi




"Finchè il caffè è caldo" è diventato un caso editoriale in Giappone, vendendo oltre un milione di copie. A pochi giorni dalla sua uscita ha conquistato tutte le classifiche europee, da sempre sensibili al fascino della letteratura orientale.

SINOSSI


In Giappone c’è una caffetteria speciale, esiste da oltre cent’anni, al suo interno si respira un’atmosfera dal fascino misterioso, e al contempo si viene travolti da un’ondata di gentilezza e ospitalità. Siamo in Giappone, poteva essere altrimenti?

Ci sono solo tre tavolini nella piccola caffetteria, sei posti a sedere, di cui solo uno è magico. 

Chi si siede in quella sedia ha la possibilità di viaggiare nel tempo bevendo una tazza di caffè.

Non tutti hanno il coraggio di affrontare un viaggio nel passato, molti si lasciano demoralizzare da cinque imprescindibili regole a cui non ci si può sottrarre, la più importante delle quali è: “Non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi”.


COMMENTO


Ho amato questo libro fin dalle prime pagine, innamorata dei suoi personaggi e totalmente calata nel contesto narrativo. 

Da tempo ho imparato ad apprezzare gli autori giapponesi, sempre eleganti anche nella scrittura, hanno la capacità di guidare con discrezione in viaggi immaginari in cui, per poche ore, sogno e realtà si fondono in un unico presente. 

Chi di noi non ha mai desiderato poter tornare anche solo per un attimo ad un determinato momento del proprio passato per poter recuperare una scelta sbagliata? Quante volte vorremmo poter avere la possibilità di riabbracciare chi non c’è più?

Nella vicenda narrata, tornare nel passato non permetterà di cambiare ciò che succede nel presente, ma consentire di vivere il presente con maggiore serenità e consapevolezza.

Con questo romanzo Kawaguchi ci fa riflettere sul valore delle relazioni e delle emozioni. 

Pagina dopo pagina capiamo quanto sia importante riuscire a liberare i nostri sentimenti dalle catene dell’orgoglio e dell’incertezza finché ne abbiamo occasione, perché nella realtà non è possibile tornare indietro a porre rimedio alle nostre azioni e  alle scelte sbagliate. 



La narrazione è suddivisa in quattro storie differenti, tenute insieme da un unico filo conduttore. 

I personaggi sono sempre gli stessi, che a turno diventano protagonisti delle varie vicende.

Si incontrano personalità totalmente differenti: ho apprezzato tantissimo il gioco delle antitesi, la compostezza dell’imperturbabile Kazu contro l’eccentricità di Hirai; la solarità e la dolcezza di Kei, sempre allegra e pronta a dispensare sorrisi nonostante la sua salute cagionevole, e l’essenzialità del marito Nagare, serio e di poche parole; la giovane storia d’amore di Fumiko, e l’amore ormai duraturo di Kotake, ma entrambe pronte a ricominciare, piene di speranza. 

Mi sarebbe piaciuto approfondire la figura della donna fantasma, ma riconosco che la buona riuscita del suo personaggio sia in parte legata all'alone di mistero da cui è avvolta. 


Lo stile di scrittura è semplice e la lettura è scorrevole. Si percepisce che la prima intenzione dell’autore era quella di destinare la sua opera alle scene teatrali, i dialoghi la fanno da padroni e le descrizioni di ambienti e costumi sono sempre estremamente dettagliati. 


L’AUTORE


Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora come sceneggiatore e regista. Con Finchè il caffè è caldo, suo romanzo d'esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.

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