Almarina - Valeria Parrella
SINOSSI
Esiste un'isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un carcere sull'acqua, ed è lì che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant'anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte.
COMMENTO
Romanzo finalista al Premio Strega 2020, l’autrice, Valeria Parrella, unica donna in finale.
Ho iniziato a leggere il romanzo con tante aspettative, ma devo ammettere che per tutta la prima parte ho fatto fatica ad apprezzarlo, la vicenda non riusciva a coinvolgermi; in realtà, superata a stento la prima metà, mi è iniziato a piacere, tanto che credo sia finito troppo in fretta.
Perché troppo in fretta? Perché mi sarebbe piaciuto saperne di più, approfondire qualche aspetto che invece è stato solo rapidamente accennato.
La sensazione è che venga lasciata in sospeso tutta la storia di Almarina, il suo passato, ma anche l’evoluzione del rapporto con l’insegnante.
Mi aspettavo che il personaggio che dà il titolo al libro fosse al centro della narrazione, che venisse ben delineato, che la sua storia fosse il fulcro del romanzo e non una semplice comparsa.
Ho letto il romanzo con gli occhi di insegnante, mi sono identificata in tantissime scene descritte nel libro: penso alla correzione dei temi, quando immancabilmente ci si trova a psicanalizzare lo studente, penso a contesti non sempre semplici in cui ho insegnato in questi anni e ad alcuni alunni particolari che ho conosciuto.
È proprio vero che si fa fatica a non affezionarsi, forse sarebbe tutto più semplice se noi insegnanti riuscissimo a non portarci necessariamente a casa i loro volti, i loro occhi, le loro voci... ma credo che sia impossibile per chi dell’insegnamento non ne ha fatto solo un lavoro.
Ed ecco che quindi comprendo la professoressa Maiorano, anche se forse nel suo caso si percepisce la necessità inconscia di colmare alcune mancanze, in primis il desiderio di maternità, ma più in generale il bisogno di affetto sincero e incondizionato.
Mi sarebbe piaciuto che nel romanzo trovasse più spazio la descrizione di cosa significhi essere insegnante in un carcere minorile, invece anche questo aspetto è stato solo leggermente trattato, in una costante sensazione di incompiutezza.
Non è una lettura scorrevole, ha un’impostazione molto introspettiva, ogni frase è un ricordo, sembra quasi di trovarsi nella mente della professoressa Maiorano.
Lo stile molto ricercato, a tratti lezioso e artefatto, probabilmente ha reso lenta e noiosa una storia che invece aveva grandi potenzialità.
L’AUTRICE
Valeria Parrella è nata nel 1974, vive a Napoli. Per Minimum Fax ha pubblicato le raccolte di racconti Mosca piú balena (2003) e Per grazia ricevuta (2005). Per Einaudi ha pubblicato i romanzi Lo spazio bianco (2008, 2010 e 2018), Lettera di dimissioni (2011), Tempo di imparare (2014), la raccolta di racconti Troppa importanza all'amore (2015), Enciclopedia della donna. Aggiornamento (2017) e Almarina (2019). Per Rizzoli ha pubblicato Ma quale amore (2010), ripubblicato da Einaudi nei Super ET nel 2014.
È autrice dei testi teatrali Il verdetto (Bompiani 2007), Tre terzi (Einaudi 2009, insieme a Diego De Silva e Antonio Pascale), Ciao maschio (Bompiani 2009) e Antigone (Einaudi 2012).
Per Ricordi, in apertura della stagione sinfonica al Teatro San Carlo, ha firmato nel 2011 il libretto Terra su musica di Luca Francesconi.
Ha inoltre curato la riedizione italiana de Il Fiume di Rumer Godden (Bompiani 2012).
Da anni si occupa della rubrica dei libri di Grazia e collabora con Repubblica.
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